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Zincatura elettrolitica: come funziona

Zincatura elettrolitica: come funziona


La zincatura è un processo attraverso cui i materiali, principalmente l’acciaio, vengono rivestiti da uno strato protettivo di zinco. Il rivestimento serve a proteggere i metalli dalla corrosione galvanica e dalla ruggine. Lo zinco, elemento meno nobile rispetto all’acciaio, garantisce la protezione del materiale ed una sua maggiore durata nel tempo. 

Le principali tipologie di zincatura sono:

  • zincatura a caldo;
  • zincatura a freddo;
  • zincatura a spray;
  • zincatura elettrolitica.

In questo articolo focalizzeremo l’attenzione sulla zincatura elettrolitica, le sue caratteristiche ed i suoi vantaggi.

Come funziona la zincatura elettrolitica?



La zincatura elettrolitica, definita anche zincatura galvanica, è un sistema di rivestimento che avviene per immersione in una soluzione elettrolitica contenenti sali di zinco. Essa è il risultato di una serie di procedimenti che portano al prodotto finale. Infatti, per una maggiore efficacia del rivestimento, il materiale è sottoposto a diverse lavorazioni preliminari:

  • Pre-sgrassamento;
  • Decapaggio;
  • Sgrassamento.

Successivamente, il materiale viene immerso nella soluzione con sali di zinco e, a seguire, viene creato un passaggio di corrente tra il pezzo e la soluzione.
Questa ultima fase serve a far meglio attecchire lo strato di zinco all’elemento. Esistono due principali tipologie di
zincatura per elettrolisi:

  1. Zincatura elettrolitica a freddo con impianti automatici statici: i pezzi da lavorare vengono appesi a dei telai mossi da un carroponte. Proprio mediante i telai viene trasportata la corrente ai pezzi che saranno lavorati a freddo. Questa tipologia di trattamento è ideale per manufatti di grandi dimensioni e per filettature fini. 

  2. Zincatura elettrolitica a freddo con impianto rotobarile: i pezzi da lavorare sono sistemati su ganci che consentono il contatto elettrico. Questo giunge da un barile che ruota sul proprio asse e permette il trasferimento del contatto. Tale seconda tipologia di lavorazione consente la riduzione di manodopera necessaria per lavorare ogni pezzo.

La tipologia di lavorazione da utilizzare viene scelta in base ai criteri che il pezzo dovrà avere. 
In linea generale, la
zincatura elettrolitica garantisce un’eccellente protezione dalla ruggine e, quindi, una performance ottimale del prodotto così zincato rispetto agli altri sistemi di zincatura. Ma cosa differenzia le diverse tecniche?

Cosa cambia tra le diverse zincature



Tra i sistemi di zincatura più comuni, esistono delle differenze tecniche che rendono ogni lavorazione diversa dall’altra:

  • La zincatura a caldo e la zincatura elettrolitica, sono entrambe lavorazioni che avvengono per immersioni. Nella prima, il pezzo viene immerso in vasche di zinco fuso a 450° mentre nella seconda, come già specificato sopra, il materiale viene immerso in una soluzione elettrolitica contenente sali di zinco.

  • La zincatura a spray, come suggerisce lo stesso termine, è una lavorazione che avviene a spruzzo. Attraverso l’utilizzo di pistole dotate di dispositivo di fusione e polverizzazione, lo strato di zinco precedentemente polverizzato viene spruzzato sul materiale.

  • La zincatura a freddo è una vera e propria verniciatura a base di resine sintetiche.

Ogni sistema ha quindi le sue specifiche caratteristiche ma, l’intento finale di ognuna, è la protezione del materiale di acciaio. Qualsiasi processo di zincatura viene scelto, la lavorazione deve garantire uniformità del prodotto e, quindi, protezione completa. 
Si può comunque affermare che, tra tutte le tipologie di zincature disponibili, quella elettrolitica viene utilizzata su acciaio e leghe ferrose. Inoltre, si tratta di un trattamento con un minore impatto ambientale.

Zincatura elettrolitica bianca



Nei paragrafi precedenti abbiamo visto le diverse fasi operative della zincatura galvanica e come questa si articola. 
Una fase importante della lavorazione, da cui dipende il valore estetico del prodotto, è la
finitura ovvero la passivazione. Durante questo passaggio finale, i vari prodotti acquisiscono diversi colori a seconda dei sigillanti protettivi utilizzati. 
Ad esempio, la zincatura bianca restituisce al prodotto un aspetto di colore quasi azzurro. Le categorie di prodotto zincati bianche sono molteplici, come ad esempio:

Quanto dura la zincatura elettrolitica?



Parlare della durata della zincatura significa parlare dello spessore della zincatura elettrolitica e, quindi, dello spessore dello strato di zinco depositato sul materiale. Infatti, a seconda dei requisiti specifici richiesti, dell’applicazione e della destinazione del pezzo, su questo sarà applicato uno spessore protettivo che ne condizionerà la durata nel tempo.

Un fattore determinante nella durata più o meno lunga di un manufatto è l’ambiente. Infatti, se i componenti zincati sono destinati ad ambienti altamente corrosivi (ad esempio il settore chimico o le applicazioni in ambienti marini), il trattamento avrà una durata più breve rispetto ad altre condizioni.

Dunque, in base all’utilizzo finale ed al tasso di corrosività dell’ambiente, sarà compito dell’ufficio tecnico di competenza stabilire a quali specifiche il prodotto dovrà rifarsi e scegliere tra i materiali in acciaio zincato e quelli in acciaio inox.

UNI ISO 2081: norma sulla zincatura elettrolitica



La norma che disciplina la zincatura elettrolitica è la UNI ISO 2081, entrata in vigore il 12 aprile del 2018.

Questa norma definisce il processo di tale tecnica di lavorazione e le sue declinazioni. In particolare, la norma stabilisce i requisiti elettrolitici di zinco con trattamenti supplementari su ferro o acciaio. 
La UNI ISO 2081 sui rivestimenti di zincatura è legata alla normativa UNI ISO 4520 che stabilisce i criteri concernenti le passivazioni. 
I prodotti certificati secondo tali normative, rispettano quindi gli standard previsti. 

Per ricevere ulteriori informazioni circa i prodotti sottoposti a zincatura elettrolitica, iscriviti alla nostra newsletter. 

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